Lotta alla corruzione. La Commissione europea riconosce anche ITACA tra le buone pratiche sul fenomeno della corruzione e delle mafie.

18/03/2014 - Il 3 febbraio 2014, la Commissione europea ha presentato al Consiglio e al Parlamento una relazione sul fenomeno della corruzione, nella quale viene segnalata anche ITACA, nell'allegato dedicato all'Italia, tra le buone pratiche in materia di prevenzione e contrasto al fenomeno della corruzione e alle mafie.



Lo stesso rapporto dà conto delle iniziative che pure sono state intraprese: “L’Italia ha ratificato a giugno 2013 la convenzione penale sulla corruzione e la convenzione civile sulla corruzione del Consiglio d’Europa. Nel 2012 il governo italiano – sottolinea il Rapporto - ha varato una serie di riforme anticorruzione in risposta alla profonda inquietudine emersa dai sondaggi sulla percezione del fenomeno e dall’elevatissimo numero di indagini per casi di corruzione nelle alte sfere. Per garantire l’adozione della nuova legge anticorruzione, il governo ha chiesto il voto di fiducia in parlamento e la nuova legge è stata adottata il 6 novembre 2012.
L’intento è indurre un cambiamento di mentalità all’interno della pubblica amministrazione rafforzando il coordinamento delle politiche anticorruzione a livello centrale, regionale e locale, potenziando la prevenzione, ponendo l’obbligo per tutte le istituzioni pubbliche di adottare piani anticorruzione, ampliando la portata delle disposizioni penali per i reati di corruzione, prevedendo regole di integrità più stringenti per le cariche pubbliche elettive e garantendo la trasparenza della spesa pubblica e l’accesso all’informazione”.
“La nuova legge anticorruzione e il successivo decreto legislativo sull’incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche elettive e di governo a livello centrale e regionale in seguito a condanne definitive per reati di corruzione o altri reati contro la pubblica amministrazione, adottato dal governo alla fine del 2012, segnano – sottolinea il Rapporto - un importante passo avanti. Il decreto prevede termini di incandidabilità due volte più lunghi della corrispondente sanzione e comunque non inferiori a sei anni. Nei primi mesi del 2013 il governo ha inoltre adottato un decreto legislativo sull’inconferibilità e l’incompatibilità (temporanee o permanenti, a seconda del tipo di sanzione) di incarichi presso le pubbliche amministrazioni in seguito a condanne definitive o non definitive per i reati contro la pubblica amministrazione, compresa la corruzione”.
Non mancano i “consigli” per il futuro. In particolare “nel quadro del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche del 2013 – sottolinea il Rapporto - il Consiglio ha raccomandato all’Italia di rafforzare il quadro giuridico di contrasto della corruzione, anche rivedendo la normativa sulla prescrizione”.


Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo