Pool di Super-Saggi contro il crimine negli appalti

09/08/2009 - Sono quattro i grandi "servitori dello Stato" che Roberto Formigoni ha chiamato a dar vita al "Comitato per la legalità e la trasparenza delle procedure regionali", e che hanno dato la loro disponibilità del tutto gratuita a supportare il presidente della Lombardia in una azione di vigilanza preventiva e di contrasto a eventuali tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti delle grandi opere regionali.



Salvatore Boemi, magistrato amico e collaboratore di Giovanni Falcone, in prima fila nei processi alla n'drangheta. Giuseppe Grechi, presidente emerito della Corte d'Appello di Milano, per anni ai vertici del Consiglio superiore della Magistratura. Il generale Mario Mori, prefetto della Repubblica, a suo tempo braccio destro del generale Dalla Chiesa e capo dei Ros che catturarono Totò Riina. Il colonnello Giuseppe De Donno, capo di gabinetto di Mori quando questi fu direttore del Sisde.

Compiti del Comitato, che ufficialmente il presidente insedierà a settembre, saranno:

- realizzare una puntuale e mirata azione di monitoraggio e vigilanza su tutte le attività esercitate dalla Regione e dagli enti del sistema regionale, con particolare riguardo alle procedure di affidamento e gestione degli appalti regionali;

- approfondire lo studio delle procedure di controllo e prevenzione, in modo da rafforzare ulteriormente il presidio di legalità oggi esistente;

- fornire al presidente e alla Giunta qualificate indicazioni e consigli volti a rendere ancora più trasparenti e sicure le modalità di erogazione dei finanziamenti regionali.

Nella medesima linea, lo scorso 31 luglio, lo stesso Formigoni ha sottoscritto con il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, Infrastrutture Lombarde spa, Ferrovie Nord e Assimpredil/Ance un "Protocollo di intesa per la tutela della legalità nel settore degli appalti di lavori pubblici" con regole condivise molto avanzate e decisamente rafforzative rispetto alle norme nazionali.

Si tratta di procedure e azioni che vanno oltre quanto le leggi e le norme esistenti in materia già impongono, rafforzandole e definendo un quadro ancora più rigoroso ed efficace di contrasto a "possibili infiltrazioni criminali", oltre che di tutela della salute e di sicurezza sul lavoro. Il tutto ispirato "ad uno spirito pragmatico - sottolinea Formigoni - che significa fare le cose, realizzare le opere e nel contempo adoperarsi per il rispetto delle regole".

E' dunque una nuova radicale sfida politica e istituzionale quella che Regione Lombardia si assume: saper gestire come pubblica amministrazione il cosiddetto rischio ambientale e guidare, nell'ambito delle proprie attribuzioni, un processo di accelerazione della presa di coscienza del sistema pubblico sul versante della legalità. Tutto questo comporta anche implementare un'alta formazione, dedicata e specifica, per funzionari e dirigenti impegnati sul fronte degli appalti ed elaborare sempre più adeguati protocolli e obblighi di trasparenza per i beneficiari di contributi destinati alle opere pubbliche. E proprio a supporto di questa sfida si porrà il lavoro di consiglio, critica, sprone al cambiamento che il Comitato per la legalità si accinge a compiere.


Il profilo dei 4 super-saggi