Il contributo delle Regioni italiane al processo di recepimento e le prossime tappe

04/01/2018 - Pubblicato il volume “Le politiche europee e il ruolo delle Regioni: dalla teoria alla pratica”. Si tratta dei commenti e dei materiali dei “Seminari” e dei “Laboratori” realizzati nell’ambito del programma di “Formazione in materia europea” del 2016, organizzato e promosso dal Centro Interregionale Studi e Documentazione (CINSEDO). Il volume, curato da Andrea Ciaffi e Cecilia Odone, raccoglie gli interventi e le relazioni dei seminari europei nei quali sono stati affrontati temi tuttora al centro dell’agenda delle istituzioni europee e degli Stati membri: dall’economia circolare agli aiuti di Stato, alle direttive su appalti e concessioni, fino ai grandi temi istituzionali della Governance economica europea e del futuro della politica di coesione. Per quanto attiene al tema degli appalti pubblici, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome è stata impegnata costantemente da un lato, alla formazione della posizione italiana nella cd. fase ascendente e, dall’altro, al processo di recepimento e attuazione della legislazione europea.



La lunga stagione di riforma della disciplina dei contratti pubblici è iniziata con la definizione delle Direttive europee in materia e si concluderà con l’entrata in vigore dei numerosi atti attuativi previsti dal Codice. In questo lungo percorso di trasposizione nel diritto interno delle coordinate normative europee nonché di ripensamento e riscrittura della relativa disciplina, il coinvolgimento delle Regioni da parte del Parlamento, del Governo e dell’Autorità di settore (l’ANAC) può definirsi costante e ampio, fino a superare il fondamentale ruolo istituzionale della Conferenza Unificata, che si sostanzia tipicamente nel rilascio del parere sul testo definitivo delle pertinenti disposizioni di legge.
In particolare, i rappresentanti tecnici delle Regioni hanno partecipato ai tavoli coordinati dal Governo dapprima nella fase ascendente di definizione della Strategia nazionale appalti pubblici, poi nella commissione consultiva del Dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi e infine nella Cabina di Regia, il nuovo organo di policy costituito ai sensi dell’articolo 212 del Codice.
Le posizioni delle Regioni sono state analizzate e ponderate presso ITACA, organo tecnico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome dove sono stati costituiti i gruppi tecnici interregionali al fine di esaminare la disciplina innovata tanto a livello comunitario che statale.
Tale coinvolgimento trova il suo fondamento in una pluralità di ragioni. Tra le più rilevanti, vi è anzitutto il contributo di considerevole interesse fornito nel corso del decennio di vigenza del d.lgs. 163/2006. Pur avendo acquisito lo Stato una competenza legislativa esclusiva in materia, le Regioni hanno accompagnato il legislatore statale con un ruolo sempre collaborativo e propositivo, anche attraverso i tavoli tecnici coordinati da ITACA.
Il rilievo assunto dalle Regioni nella materia degli appalti pubblici è da ritrovarsi nel rinnovato ruolo assegnato alle amministrazioni regionali dalle norme in materia di contenimento della spesa (ed in particolare il decreto legge n. 66 del 2014) che hanno ridisegnato la funzione appaltante pubblica in una fase di poco antecedente all’approvazione del nuovo Codice dei contratti pubblici, con un accrescimento delle competenze delle centrali di committenza delle Regioni, i soggetti aggregatori di cui all’articolo 9 del d.l. 66/2014, negli acquisti di beni e servizi (specie del settore sanitario).


Le politiche europee e il ruolo delle Regioni: dalla teoria alla pratica